Vaccino coronavirus, l’esercito cinese sta sperimentando un candidato: cosa significa?


L’Ad5-nCoV è uno degli 8 candidati in fase di sviluppo da parte di aziende e centri di ricerca cinesi approvati per essere testati in studio sull’uomo: la sperimentazione è stata approvata per un anno. La commercializzazione è, in ogni caso, ancora lontana di Guido Santevecchi Vaccino coronavirus, l'esercito cinese sta sperimentando un candidato: cosa significa?
PECHINO — L’Esercito popolare di liberazione cinese sarebbe orgoglioso di liberare il mondo dall’incubo del Covid-19.
L’unica strategia definitiva di uscita dal nuovo coronavirus che infuria da gennaio sembra il vaccino.
E Pechino annuncia che le sue forze armate saranno le prime al mondo a usare un preparato che dovrebbe immunizzare dall’aggressione virale.
Il vaccino, identificato come Ad5-nCoV, è stato sviluppato da un’équipe dell’Accademia militare delle scienze mediche guidata dalla generale dell’Esercito Chen Wei e dall’azienda civile di Tianjin CanSino Biologics. I primi risultati sono promettenti,
il prodotto candidato all’uso di massa ha già superato le due prime fasi di test, che hanno anzitutto indicato la sua sicurezza
(vale a dire che non avrebbe effetti collaterali dannosi per il corpo umano) e poi la risposta immunitaria «relativamente alta».
Nella Fase 1 il vaccino è stato provato su un piccolissimo numero di volontari, per studiare la sua tollerabilità.
Nella Fase 2 sono stati selezionati 500 volontari da sottoporre a studi clinici di efficacia.
Nella Fase 3 i test debbono essere allargati a un vasto numero di soggetti.
Ma Pechino non ha ancora autorizzato l’uso sui civili, mentre il comando supremo ha approvato la sperimentazione sui militari, per un anno. L’Esercito cinese ha almeno un milione di uomini e donne in armi, che hanno giurato fedeltà alla Repubblica ed eseguono gli ordini «per il bene supremo della nazione, del Partito comunista e del popolo cinese». I volontari non mancheranno.
CanSino ha comunque precisato che il successo della sperimentazione non può essere garantito.
Perché? La fase tre è quella in cui si verifica «davvero» se il preparato funziona e si dimostra ben tollerato con test su un numero importante di persone. Serve a confermare che il prodotto può effettivamente proteggere chi lo riceve dalla malattia. (Il candidato vaccino sviluppato dall’Università di Oxford e da AstraZeneca è in fase 3 di sperimentazione; altri tre candidati vaccini cinesi hanno completato le prime due fasi di sperimentazioni.) Nessun vaccino è stato ancora approvato per uso commerciale contro Covid-19: oggi stesso il capo dei programmi di emergenza dell’Organizzazione della Sanità, Mike Ryan, ha detto che «si vede un enorme lavoro» per arrivare a un vaccino, «ma non ci sono garanzie di successo».
Lo Ad5-nCoV è basato su un vaccino per Ebola che è stato sviluppato dalla squadra di ricercatori guidata dalla generalessa Chen ma non è entrato in produzione massiccia. In Cina hanno cominciato a lavorare al vaccino già a febbraio, mentre Wuhan e la provincia dello Hubei erano in quarantena assoluta: 60 milioni di abitanti chiusi in casa. La Fase 1 della sperimentazione è partita a marzo, con un primo contingente di 108 volontari sani che si è fatto inoculare dosi blande o più massicce; ad aprile un secondo contingente di 500, con esiti incoraggianti raccolti fino all’11 giugno. Ora interi reparti dell’esercito si metteranno in riga per l’inoculazione.
Xiang Yafei, trentenne di Wuhan, ha accettato di arruolarsi nel primo plotone di volontari. «Avevo paura, naturalmente. Ma il programma è guidato dall’Esercito, io ho dei parenti militari e questo mi ha rincuorato, mi ha dato fiducia e mi ha spinto a farmi avanti. Ci hanno selezionato in 108, ci hanno numerato: io ho avuto lo 006, il sesto ad essere preso. Ha partecipato alla sperimentazione come 001 anche Chen Wei, la comandante del reparto scientifico dell’esercito», ha raccontato Xiang alla stampa di Pechino. Chen è già un mito a Pechino: si dice che si sia iniettata la dose anti-Coronavirus da sola. Forse è una leggenda, ma la dottoressa in uniforme è stimata dalla comunità scientifica.
Secondo l’Organizzazione mondiale per la sanità, test clinici per 17 vaccini candidati sono in corso in vari Paesi, sette in Cina. Aspettiamoci dubbi e polemiche sulla sicurezza del prodotto cinese, sulla sua efficacia, sul modo in cui viene sperimentato. E naturalmente, alla fine, sul numero delle dosi che saranno disponibili per sette miliardi di uomini, donne e bambini nel mondo. Xi Jinping ha promesso che un vaccino made in China sarebbe considerato «bene comune dell’umanità».

Vaccino coronavirus, l’esercito cinese sta sperimentando un candidato: cosa significa?

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