Gli stipendi dei sindaci italiani
Veltroni e Cofferati al top
Il primo cittadino della capitale è in vetta nella classifica delle indennità per i 24 Comuni più grandi d’Italia. Gli spettano 9.762,94 euro mensili lordi, seguono Cofferati (Bologna) e Emiliano (Bari)
Sergio Cofferati Roma, 18 maggio 2007 – Riprendiamo l’inchiesta de Il Sole 24 ore.
Nel “pay watch” dei sindaci Walter Veltroni batte tutti. È al top nella classifica delle indennità per chi amministra i 24 Comuni più grandi d’Italia. Al primo cittadino della Capitale spettano 9.762,94 euro mensili lordi. Governa una città di 2,5 milioni di abitanti, con una superficie di 1.308 chilometri quadri, la più vasta della Penisola. Ma a pochi euro di distanza da Walter Veltroni troviamo Sergio Cofferati (Bologna) e Michele Emiliano (Bari). Il primo cittadino felsineo guida una città di 374mila abitanti, quello del capoluogo pugliese un comune di quasi 327mila. Sopra 9mila euro si collocano anche Sergio Chiamparino (Torino) e Letizia Moratti (Milano). Ma ci sono anche i sindaci siciliani: Palermo e Catania. Con la differenza che il capoluogo regionale conta circa 671mila residenti e il secondo meno della metà. Se, per paradosso, si dovesse utilizzare una remunerazione per abitante, Alessandro Cosimi (sindaco di Livorno) sarebbe il più pagato: 53 centesimi l’anno per abitante contro, ad esempio, i 4 centesimi di Veltroni che salirebbero a 30 per Cofferati.
La seconda fascia
Napoli, la terza città più popolosa d’Italia, ha un sindaco che guadagna 7mila euro al mese. Più ricchi di Rosa Russo Iervolino sono i primi cittadini di Firenze e Genova.
Normativa elastica
Queste differenze sono la conseguenza della norma che regola le indennità degli amministratori delle città, compresa nel Testo unico degli enti locali del 2000: le retribuzioni devono essere fissate in base alla dimensione demografica, e ai gradi di capoluogo, delle diverse realtà, tenuto conto della fluttuazione stagionale della popolazione, della percentuale «delle entrate proprie rispetto al totale delle entrate, nonché dell’ammontare del bilancio di parte corrente». L’ammontare delle cifre per le indennità è fissato da un regolamento del Viminale che determina le varie fasce, ma consente ai Comuni di «aumentare o diminuire» le indennità o i gettoni di presenza. In caso di incrementi, però, la cifra non deve superare il 30% per i comuni con più di 100mila abitanti.
Assessori e consiglieri
Non è necessario però indossare la fascia tricolore per “sistemarsi”. Anche assessori e consiglieri possono avere retribuzioni di tutto rispetto. La partecipazione è il sale della democrazia. Ma se, ad esempio, nel Comune di Castelmagno, il paese in provincia di Cuneo celebre per il formaggio, su 95 residenti ben 47 corrono per un posto alle amministrative, può significare che quello di consigliere comunale è diventato quasi un mestiere.
Gli assessori hanno indennità di funzione determinata in percentuale a quella del sindaco (il 65% per le realtà più popolose). Per i consiglieri, il decreto parla di «gettone di presenza» e in nessun caso l’ammontare percepito in un mese può superare un terzo dell’indennità massima prevista per il sindaco. La norma poi stabilisce che gli enti locali, nella loro autonomia, possono decidere di trasformarlo in indennità. È il caso di Catania: i consiglieri ricevono 3mila euro al mese, ma da questa somma vengono sottratti 100 euro per ogni giorno d’assenza. Tuttavia, le indennità sono dimezzate se si sceglie di continuare a svolgere, una volta in carica, il proprio lavoro.
I benefit
Se nelle grandi città uno dei problemi principali è quello di trovare parcheggio, il discorso non vale per molti eletti. A Cagliari, per esempio, sono dotati di pass per la sosta, mentre a Perugia è previsto un rimborso spese per la stessa finalità. A Bari, invece, si versa un forfait di 30 euro al mese per parcheggiare nelle aree a pagamento. Ma non è l’unico vantaggio: sindaco, vice assessori e presidente del consiglio usufruiscono di due abbonamenti per le partite interne della squadra di calcio e ai biglietti per gli spettacoli di prosa al teatro Piccinni. Quasi tutti i Comuni, infine, garantiscono ai consiglieri un cellulare di servizio. Quelli più facoltosi possono permettersi di dotare i propri eletti di un pc, da riconsegnare a fine mandato.