Lavavetri etc. – Vendola teme una “crociata” neofascista
Intervista polemica del presidente della giunta della Regione Puglia (esponente di Rifondazione Comunista) anche nei confronti del ministro dell’Interno, Amato, che fa parte del governo di centrosinistra di cui il suo partito fa parte. I problemi più seri sono l’evasione fiscale, il lavoro nero, l’abusivismo edilizio
Niki Vendola BARI – «Viviamo in un Paese dove ci sono cinque morti sul lavoro ogni giorno, il territorio è sistematicamente stuprato dall’abusivismo edilizio, l’evasione fiscale coinvolge corposamente le élite dirigenti, gli extracomunitari sono prigionieri degli stereotipi, però colpire per esempio un graffitaro è più facile che colpire un palazzinaro». È quanto ha dichiarato in un’intervista il presidente della giunta della Regione Puglia Nichi Vendola (Rifondazione Comunista).
«A me quelle di Amato sembrano proposte improvvisate e pericolose – prosegue Vendola -. Sarebbe come inaugurare il giustizialismo istituzionale, che avrebbe l’obiettivo di annientare la presunta devianza dei più deboli». Secondo il governatore «siamo alla criminalizzazione della povertà». «Chi sbaglia deve pagare – prosegue – ma, come stanno le cose, rischiamo di materializzare dei capri espiatori giacché ti limiti ad inseguire le pulsioni più regressive dell’opinione pubblica».
«Io sulla sicurezza non voglio fare né sociologia d’accatto né da salotto – spiega Vendola -. Ma neppure voglio che la sinistra organizzi la classica caccia alle streghe: spalancherebbe le porte ad un nuovo fascismo». «Dobbiamo combattere contro la società della paura – continua il governatore -. L’ordine pubblico è il filo che cuce l’unità nazionale e non può essere spezzato. Altro che sindaci sceriffi: ci ritroveremmo con degli acchiappa-fantasmi, pronti magari a ordinare la deportazione dei barboni purché non rovinino il nostro senso estetico».
15/9/2007