L’ossessione securitaria
Politici populisti (altro che grillo) commentatori opinionisti politologi stanno alimentando da mesi e mesi una deriva reazionaria tesa a spostare l’attenzione del popolino verso provvedimenti e politiche sicuritarie, cercando di distogliere l’interesse di cittadini ignavi(***) da problemi molto piu’ preoccupanti o imbarazzanti per i ceti dirigenti stessi.
certo la percezione di insicurezza esiste in una societa’ che cambia e che si espone a nuove emergenze sociali quali le conseguenze della ridefinizione e precarizzazione del lavoro nel sistema produttivo, la collocazione di nuovi cittadini nel tessuto sociale del paese, i cambiamenti imposti da un progresso tecnologico che a partire dalle comunicazioni per arrivare fino al consumo quotidiano rimette continuamente in discussione, e non positivamente, rapporti e relazioni sociali (e politiche).
Le prospettive diventano sempre piu’ aleatorie/precarie (lavoro, reddito, relazioni, ma anche diritti, garanzie, salute).
Per i piu’ giovani il “no future” degli anni settanta si sta materializzano in un incubo inquietante e osceno, mentre le generazioni precedenti se ne sbattono occupandosi con preoccupazione dei propri privilegi, microscopici o milionari che siano…
certo che il cittadino ha e deve avere un problema serio sulla sicurezza,... perche’ domani potrebbe trovarsi senza occupazione, senza stipendio, senza pensione, senza casa, senza un’assistenza sanitaria decente, perche una riforma privatistica gli puo’ togliere anche il diritto alla cura…
altro che lavavetri…
tra l’altro, queste condizioni possono diventare la matrice di illegalita’ e microcriminalita’ diffusa… molti territori del sud italiano ne sono la prova vivente.
Ecco a questo punto che si leva la voce del “Sindaco” responsabile, che difende i cittadini dagli spauracchi, agisce per la legalita’ contro il degrado…
di fatto, se va bene, mette un cerottino sulla cancrena
perche c’e’, nelle citta’ una cancrena fatta di nuove poverta’ e sfruttamento
alimentata da criminalita’ organizzate che gestiscono spaccio e prostituzione, da associazioni finanziarie a delinquere che riciclano soldi di mafie sulle speculazioni edilizie e immobiliari (con un corollario di morti bianche nei cantieri) e di altre che erodono, truffano e predano i risparmi di cittadini fino a metterli sul lastrico, sempre mantenendo un frontone di rispettabilita’e inpunita’
tutte queste sono intoccate e intoccabili
legalita’? ma se delinquenti corrotti e ladri condannati con sentenza definitiva (come sbraita grillo) stanno in parlamento?
piu nel dettaglio meschino:
per arginare la destra i sindaci sinistri pensano di anticiparla e si fanno destra loro stessi legittimando e avvallando la deriva reazionaria
se per un sindaco si puo ingabbiare un lavavetri, per il cittadino comune, vuol dire che allora e’ vero che sono dei delinquenti – se il sindaco va con le ruspe sugli zingari allora e’ legittimo, o quasi, bruciargli gli accampamenti (come a roma con gli assalti con spranghe e molotov o a livorno dove sono morti 4 bambini), se i vigili possono portare in questura un writer allora se lo becco io posso prenderlo a sberle e pugni, perche’ in fondo e’ un teppista ….
complimenti, inventando spauracchi finti si coltivano i mostri veri…
la chiamano legalita ma e’ Ordine e Disciplina (ripulire la facciata per illudere gli ingenui) – perche la legalita’ e’ assolutamente ignorata se a violarla sono commercianti che ogni giorno evadono il fisco, speculatori edilizi che deturpano le citta’ (altro che writer), industriali inquinatori e avvelenatori, padroni che espongono quotidianamente lavoratori a rischi mortali, amministrazioni che non tutelano la salute dei cittadini in palese violazione di norme e leggi ambientali, immobiliari che strangolano mercato e famiglie, pretofili che per statistica sono di fatto una piaga sociale …
(continua … purtroppo)
———————
(***)I cosiddetti ignavi sono una categoria di peccatori incontrati da Dante Alighieri nell’Antinferno, durante la narrazione del suo ipotetico viaggio nel regno dell’oltretomba.
Essi sono aspramente descritti nel Canto III dell’Inferno.
Questi dannati sono coloro che durante la loro vita non agirono mai né nel bene né nel male, senza mai osare avere una idea propria, ma limitandosi ad adeguarsi sempre.
Dante li inserisce qui perché li giudica indegni di meritare sia le gioie del Paradiso, sia le pene dell’Inferno, a causa proprio del loro non essersi schierati né a favore del bene, né a favore del male. Sono costretti a girare per l’eternità attorno a una insegna – non descritta, forse di una vana bandiera – punti da vespe e mosconi. Il loro sangue, unito alle loro lacrime, si mescola al fango dell’Inferno, come se questi dannati fossero dei cadaveri, morti viventi sepolti vivi, col corpo straziato dai vermi.