articolo di qualche mese fa ma di grande lucidita’ e premonizione
Attenti al cane!
di Uri Avnery
La Siria è un obiettivo diverso dagli altri. A differenza di Iran e Iraq non ha risorse petrolifere, ma senza di essa l’impero americano perderebbe continuità e questo rappresenta un problema anche per Israele.
Non è molto lusinghiero trovarsi nei panni di un Rottweiler al guinzaglio, con un padrone che minaccia di scatenarlo contro i nemici; ma questa ora è la nostra situazione.
Qualche giorno fa il vice presidente Dick Cheney ha dichiarato che se l’Iran continuerà a sviluppare le proprie capacità nucleari, sarà attaccato da Israele.
Questa settimana, il presidente George Bush ha ripetuto la stessa intimidazione. Se fosse stato il capo del governo di Israele, ha detto, si sarebbe sentito minacciato dall’Iran. Ha ricordato, per chi fosse un po’ lento a capire, che gli Stati Uniti si sono impegnati a difendere Israele da eventuali pericoli per la sua sicurezza.
Tutto questo si somma in un chiaro avvertimento: se l’Iran non si sottometterà agli ordini degli Usa (e forse anche se lo farà) Israele lo attaccherà con l’aiuto dell’America, un po’ come ha fatto con i reattori nucleari iracheni circa 24 anni fa.
La stessa settimana è successo qualcosa di inaspettato: Ariel Sharon ha fatto fare le valigie al capo di stato maggiore, Moshe Ya’alon. A succedergli sarà probabilmente il generale Dan Halutz.
Halutz è un pilota e nel 1981 ha preso parte all’attacco al reattore iracheno. Se dovesse assumere la carica sarebbe la prima volta, negli annali delle Forze di Difesa di Israele, che un aviatore viene nominato Capo di Stato Maggiore. È un fatto abbastanza curioso. Infatti l’anno prossimo, l’esercito sarà chiamato a portare a termine un’operazione di terra molto difficile: l’evacuazione degli insediamenti sulla Striscia di Gaza. La nomina di un Generale dell’Aviazione come Capo di Stato Maggiore può suggerire che la Difesa stia pianificando qualcosa di ancora più importante via aria.
(Excursus: Nessuno piange per il licenziamento di Ya’alon. Come Capo di Stato Maggiore ha la responsabilità di tutte le cose terribili accadute nell’esercito negli ultimi tre anni, dalla “prova mortale” di una tredicenne, alla “pratica del vicino” – che consiste nel costringere un palestinese a marciare in testa ai soldati mentre vanno a uccidere un militante. Ma se Ya’alon viene sostituito da Halutz questo conferma il detto pessimistico secondo sui per ogni uomo malvagio rimosso ce n’è uno peggiore a succedergli.
Per quelli che lo abbiano dimenticato: Halutz (in ebraico “pioniero”) ha sollevato un polverone dopo che l’Aviazione ha lanciato una bomba di una tonnellata sulla casa di un leader di Hamas e lo ha ucciso insieme a quindici civili, tra cui nove bambini. Quando gli è stato chiesto che cosa sente nello sganciare bombe come quella, ha risposto: “un leggero sobbalzo” e ha aggiunto che dopo dorme benissimo. Nella stessa occasione ha diffamato Gush Shalom per le sue azioni contro i crimini di guerra e ha chiesto di processarlo per tradimento).
Torniamo a Bush, Cheney e il Rottweiler.
Quando Bush è andato al potere la prima volta, i Neo-Conservatori gli hanno messo davanti un piano coerente per l’estensione dell’impero americano nel Medio Oriente. Conteneva tre punti:
primo, conquistare l’Iraq per ottenere il controllo delle sue immense risorse petrolifere e stabilire un presidio americano sulla giuntura critica tra il petrolio del Mar Caspio e le risorse saudite;
secondo, spezzare il regime iraniano e riportare l’Iran nel blocco americano;
terzo, fare la stessa cosa con Siria e Libano. Non era ancora chiaro se l’Iran dovesse venire prima della Siria o viceversa.
Devono aver pensato che l’esperienza dell’avventura americana in Iraq avrebbe cancellato i capitoli seguenti. Il popolo iracheno non ha ricevuto l’esercito occupante con un lancio di fiori. Il pretesto per l’invasione – le armi di distruzione di massa di Saddam – si è rivelato una sfacciata bugia. L’insurrezione armata continua. Il futuro dell’Iraq è ancora in bilico, anche dopo le recenti elezioni. Il paese può ancora spaccarsi in tre parti, creando ondate di shock in tutto il Medio Oriente.
Molti ingenui credono che dopo tutto questo, Bush non azzarderà altre avventure del genere. Si sbagliano.
Primo perché una persona incivile e vanitosa come lui non ammette il fallimento. Quando una delle sue iniziative va a rotoli, lui sente solo l’impulso a intraprenderne di più ambiziose.
Secondo, il fatto che il fallimento costa effettivamente molto in vite umane e distrugge le infrastrutture della vita dell’Iraq non conta niente per chi ha pianificato l’operazione. Lo scopo principale – stabilire un presidio permanente nel paese – è stato raggiunto. Fuori dell’Iraq nessuno chiede che i soldati americani se ne vadano e, nonostante le azioni di sabotaggio, il petrolio dell’Iraq è controllato dagli Usa. I signori del petrolio, che sono i protettori della famiglia Bush, possono ritenersi ben soddisfatti.
Gli europei e i russi stanno cercando di fermare il cammino di Bush, il quale sta per fare una visita ufficiale all’Unione Europea e alla NATO, per cercare di convincerle con parole dolci e intimidazioni a cooperare con lui.
Quindi bisogna prendere sul serio le minacce di Bush e Cheney di slegare il Rottweiler: nel momento in cui penseranno che la via è libera faranno un cenno a Sharon. Questi farà il suo lavoro in cambio di un autorizzazione americana a trangugiare altri pezzi di territorio palestinese.
Le azioni militari riusciranno a far crollare il regime degli Ayatollah? Ne dubito. Si tratta davvero di un regime odioso, ma trovandosi a fronteggiare un attacco esterno, in particolare da parte di “Crociati e Sionisti”, il popolo iraniano si riunirà sotto di esso. Un popolo orgoglioso, con un passato glorioso, come quello Iraniano non si piegherà facilmente.
La Siria è un obbiettivo diverso. A differenza di Iran e Iraq non ha risorse petrolifere, ma senza di essa l’impero americano perderebbe continuità ed è un problema anche per Israele.
Nella guerra del 1967, il suo esercito ha conquistato le alture di Golan, che fino a quel momento erano conosciute come “le alture della Siria”. Al posto di dozzine di villaggi siriani, che sono stati spazzati via dalla faccia della terra, sono spuntati insediamenti israeliani. I siriani non hanno mai rinunciato al proposito di recuperare il loro territorio. Nel 1973 ci hanno provato con la guerra, ma sono stati sconfitti nonostante una rilevante vittoria iniziale. Da allora l’equilibrio del potere militare è cambiato ancora di più in favore di Israele. Dunque la Siria ha deciso di usare un nuovo metodo: bersagliare il nemico per procura, sostenendo gli Hezbollah e le organizzazioni palestinesi radicali, i cui leader risiedono a Damasco.
Allo scopo di rendere permanente il proprio controllo delle alture di Golan, il governo israeliano deve sconfiggere la Siria; il partito neo-conservatore di Washington – sorpresa, sorpresa – ha lo stesso obiettivo. Il pretesto: la presenza di soldati siriani il Libano.
Storicamente il Libano era parte della Siria. Damasco non si è mai rassegnata alla creazione di uno stato libanese separato da parte della colonizzazione francese nella prima metà del XX secolo. Al massimo lo avrebbe accettato come stato satellite.
L’esercito siriano è entrato in Libano nel 1976, all’apice della guerra civile che vi era scoppiata. I Musulmani e i Drusi, con l’aiuto dell’OLP, erano pronti a conquistare le aree cristiane. Sono stati i Cristiani (va ricordato!) ad invocare l’aiuto dei Siriani, che da allora sono rimasti. Molti Libanesi temono che la loro fuoriuscita riaprirebbe la guerra civile.
Nel 1982 Israele ha provato a farli sloggiare. Era l’obbiettivo principale dello stato maggiore dell’esercito (diversamente da quello dell’allora Ministro della Difesa Ariel Sharon, che era di far uscire i palestinesi). Ma l’invasione non ha avuto successo: alla fine gli Israeliani sono stati cacciati e i Siriani sono rimasti.
Questa settimana, il leader musulmano Farik al-Hariri, che recentemente si era unito all’opposizione, è stato assassinato a Beirut. Non è ancora chiaro chi sia stato. La grande macchina propagandistica americana, che comprende anche i media israeliani, ha puntato il dito contro i siriani. Se fossero davvero loro i colpevoli, l’attentato sarebbe stato un atto di pura follia, poiché è ovvio che gli americani lo useranno per fomentare l’opposizione libanese e sollevare una tempesta anti-siriana. È successo proprio al momento più giusto per chiunque fosse interessato a dare il via a una campagna contro questo paese, con lo slogan “Stop all’occupazione siriana”.
C’è qualcosa di ridicolo in questa richiesta, perché a farla sono due potenze occupanti: gli americani in Iraq e gli israeliani in Palestina. Ma i Rottweiler non sono famosi per il loro senso dell’umorismo, e neanche chi li porta al guinzaglio.
Fonte: http://www.countercurrents.org/pa-avnery220205.htm
Traduzione di Federica Alessandri per Nuovi Mondi Media