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BO-LAND OF THE LIVING DEAD: Manifestazione nazionale contro i CPT
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BO-LAND OF THE LIVING DEAD

pubblicato il Mar 4, 07:32 AM
Manifestazione nazionale contro i CPT

GLOBAL PROJECT

Sabato 3 marzo 2007
Chiudere i CpT: se non ora quando?

10.000 persone da tutta Italia hanno attraversato le strade di Bologna per chiedere la chiusura immediata dei Cpt.
Bologna che, per l’occasione, è stata trasformata in una sorta di Cpt a cielo aperto per mezzo di continui divieti e zone rosse. Bologna, città in cui il Cpt di via Mattei, uno dei più vergognosi d’Italia (come rilevato dalla stessa commissione De Mistura) sembra essere diventato il modello di pratiche di disciplina e controllo per la giunta dello sceriffo Cofferati.
E’ significativo che alle 15:00 da Palazzo D’Accursio, la sede del comune, sia stato calato uno striscione con su scritto “Aqui estamos”, firmato dai centri sociali.
Un’azione per ricordare a tutti che che noi siamo qui nonostante i sempre più pesanti tentativi di criminalzzazione dei movimenti. Tentativi di criminalizzazione che hanno visto tra i protagonisti proprio l’inquilino di Palazzo D’Accursio.
Tra via Massarenti e via Rivette i manifestanti hanno affisso uno striscione alla pensilina dell’Act, l’azienda comunale trasporto con su scritto: “Senza biglietto né permesso Act direttamente verso il cpt”.
Il corteo ha raggiunto il numero civico 50 di via Mattei, in corrispondenza del quale la Questura aveva deciso di porre il confine della zona rossa intorno al Cpt situato al numero 60.
Il confine della zona rossa era presidiato da una massiccia presenza delle forze dell’ordine, schierate in difesa del Cpt. Cpt verso il quale il corteo ha cercato di dirigersi con determinazione e con la partecipazione di tutti i manifestanti. Davanti a questa volontà espressa da 10000 persone le forze dell’ordine hanno caricato per tre volte con violenza ferendo diversi compagni e fermandone quattro.
Il corteo ha però resistito alle cariche, intenzionato a lasciare gli striscioni d’apertura in prossimità del Cpt e si è ricompattato chiedendo a gran voce la liberazione dei fermati, due dei quali sono rimasti feriti. Davanti alla determinazione dei partecipanti alla manifestazione la polizia ha rilasciato i compagni fermati tra gli applausi di tutti.
Tornando verso il centro alcuni attivisti in tuta blu e passamontagna hanno fissato nell’asfalto con martelli pneumatici e cemento a presa rapida dei cartelli che avvertono i passanti della vicinanza di un lager.



UNITA’ on LINE

Bologna, in tremila al corteo dei centri sociali contro i Cpt. Cinque fermi

«Nessun lager sulle nostre terre». Questa la frase che campeggia sul grande striscione che apre il corte nazionale dei centri sociali partito da piazza Maggiore a Bologna per chiedere la chiusura immediata dei Cpt. I manifestanti sono 1500 secondo la Questura, oltre il doppio per gli organizzatori. Tra i presenti anche il leader dei “no global” del Nord Est Luca Casarini, giunto a Bologna insieme a 500 compagni del Veneto. In piazza Nettuno, al concentramento, anche il consigliere comunale indipendente, eletto a Bologna nelle liste del Prc, Valerio Monteventi, il segretario provinciale dei Verdi, Carlo Bottos e Oreste Scalzone ex membro di Potere operaio. In corte sfilano molti immigrati, tantissimi giovani dei centri sociali e degli spazi autogestiti giunti da Marche, Emilia Romagna, Friuli, Trentino, Napoli, Genova, Roma, Torino, Milano e Firenze. Alla manifestazione, accanto agli striscioni, anche le bandiere delle Rdb e dei Verdi. In testa alla sfilata un camion sound system del teatro polivalente occupato, seguito da un secondo mezzo dal quale viene diffusa la musica e gli slogan dei partecipanti.

La polizia ha però risposto con una carica a cui sono seguiti il lancio di sassi e di petardi. A cento metri dal centro la carica ha fatto arretrare il corteo. Minuti di tensione durante i quali sono stati anche bloccati cinque manifestanti, subito rilasciati dalla polizia, su richiesta dei portavoce dell’iniziativa.

Dopo la prima carica il corteo si è fermato, ma alcuni componenti hanno forato la strada con martelli pneumatici, murandoci tre pali che sostenevano altrettanti cartelli che ribadivano il no ai Cpt, definiti come lager e prigioni non autorizzate. I cartelli sono subito stati rimossi, mentre i cinque manifestanti inizialmente bloccati, identificati, saranno denunciati. Cinque sono stati, invece, i feriti (uno di 46 anni), tutti lievi, che sono stati medicati all’ospedale Sant’Orsola.

Il Cpt di Bologna è da tempo al centro delle polemiche. Nei mesi scorsi era stato visitato anche dalla commissione del Viminale per la verifica dei centri, presieduta da Staffan De Mistura, che ne aveva messo in evidenza alcuni tratti negativi. A fine gennaio la commissione voluta dal ministro dell´interno Giuliano Amato ha presentato la sua relazione sui cpt, dopo aver visitato tutti quelli italiani e studiato anche analoghe situazioni all’estero. La commissione, definendo «inefficace» e costosissimo l’attuale sistema, ha proposto un progressivo «svuotamento» dei cpt, fino a farci rimanere solo gli «irriducibili», i clandestini cioè che rifiutano ogni collaborazione e non si fanno identificare. Fuori dai centri, invece, dovrebbero andare le vittime della tratta di esseri umani e le colf, per le quali bisogna prevedere percorsi di regolarizzazione, ma anche gli ex detenuti, che, per la commissione, devono essere identificati in carcere. Gli esperti hanno anche suggerito il rafforzamento dei centri di accoglienza.

Pubblicato il: 03.03.07