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BO-LAND OF THE LIVING DEAD: La memoria corta del nostro Presidente
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BO-LAND OF THE LIVING DEAD

pubblicato il Mar 19, 07:38 PM
La memoria corta del nostro Presidente

Bologna. Forse è l’unico caso al mondo, dove un ex ministro dell’Interno diventa Presidente della Repubblica. Forse è un altro caso, il fatto che il Presidente in questione si rechi nella città delle stragi e non dica una parola su questi drammatici episodi storici e politici. La memoria del nostro Presidente. Forse sta svanendo, proprio come la memoria degli italiani. Forse ci rappresenta proprio per questo. Ma proprio per questo vanno dette e ricordate alcune cose: Bologna è la città della strage di Marzabotto, è la città della strage del rapido 904, è la città della strage dell’Ialicus, è la
città del 2 Agosto 1980, è la città della banda fascista della Uno bianca, è la città della strage del Pilastro, è la città di Francesco Lo Russo, è la città del DC 9 di Ustica, è la città Medaglia d’Oro della Resistenza, è la città della strage dell’Istituto G. Salvemini. Forse è proprio per questo che il nostro Presidente non ha proferito parola su queste memorie. Lui, che quando era Ministro dell’Interno del governo Prodi, nel 1998, accadde che il Gran Maestro della P2, Licio Gelli, scappò dagli arresti domiciliari e si rifugiò
all’estero, rimanendovi per quasi otto mesi. Già proprio lui, il nostro Presidente della Repubblica, era Ministro dell’Interno. E noi, che la memoria non l’abbiamo svenduta, ricordiamo a chi dovesse averla perduta, che Licio Gelli fu coinvolto nella strage del 2 Agosto 1980, a Bologna. Sì, Bologna. La città che ha visto il nostro Presidente tacere. E ricordiamo anche che ha fatto visita al giornale ‘ Il Resto del Carlino’, definendolo “ un istituzione”.
Ricordiamo anche che questo giornale, durante il fascismo, alcuni giorni successivi la strage del 1944, a Marzabotto, definì’ quella strage “ un invenzione”. Del resto, Bologna è una città finita politicamente. Del resto, Bologna, laboratorio politico nazionale, è stata usata maldestramente da eminenti figuri, solo pochi anni fa applauditi e ora, purtroppo, smascherati nella loro pochezza, e Bologna, ancora una volta, muore.

Giuliano Bugani