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BO-LAND OF THE LIVING DEAD: Cosenza, arrestato prete ex presidente casa di riposo
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BO-LAND OF THE LIVING DEAD

pubblicato il Jul 18, 09:26 AM
Cosenza, arrestato prete ex presidente casa di riposo

COSENZA, ARRESTATO PRETE EX PRESIDENTE CASA DI RIPOSO
L’istituto Papa Giovanni era da tempo sotto indagine

cosenza, arrestato prete ex presidente…
indagini su ex arcivescovo cosenza

Vibo Valentia, 17 lug. (Apcom) – Un sacerdote, Alfredo Luberto, 49 anni, ex presidente dell’istituto Papa Giovanni XXIII, una casa di riposo di Serra d’Aiello (CS) è stato arrestato dalla Guardia di Finanza con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e appropriazione indebita.

L’ordinanza di custodia cautelare per Luberto, che rappresenta l’epilogo di indagini avviate circa due anni fa dalla Procura di Paola (CS), è stata firmata dal Gip Alfredo Paola su richiesta del sostituto Eugenio Facciolla. Con il prete è finito in manette anche un ex membro del CdA dell’istituto, Fausto Arcuri. Indagate altre 24 persone.

Secondo il Pm Facciolla, i due arrestati hanno creato un comitato d’affari che, nel tempo, ha stornato cospicui contributi regionali alla casa di riposo (gestita dall’Arcidiocesi di Cosenza attraverso una fondazione) e se ne è appropriato.

Tra gli indagati, per omesso controllo nei confronti del presunto comitato d’affari, vi sarebbe anche l’ex vescovo della Diocesi di Cosenza, Monsignor Giuseppe Agostino. Per gli inquirenti, la Diocesi conosceva la situazione che, tra l’altro, ha portato al dissesto finanziario del Papa Giovanni, ma non ha mai sporto denuncia all’autorità giudiziaria.

La Guardia di finanza, inoltre, ha sequestrato l’Istituto di assistenza socio-sanitaria che, negli ultimi anni, era finito al centro di diverse inchieste giornalistiche a causa del degrado in cui era caduto. Il Papa Giovanni era stato sequestrato una prima volta nell’ottobre 2006.

La Procura di Paola sospetta che quel degrado sia conseguenza del continuo storno di fondi perpetrato dall’associazione a delinquere. Agli arrestati, infatti, viene anche contestato il reato di abbandono di incapace (cioè dei numerosi malati mentali ricoverati) in relazione alle pessime condizioni in cui sono stati costretti a vivere le persone ospitate nell’istituto di assistenza.

Oltre alle condizioni di degrado della struttura, che ha 420 posti letto, da anni esiste il problema dei dipendenti: 600 persone di cui gran parte al quarto anno di cassa integrazione. I dipendenti, a iniziare dal 2005, hanno attuato manifestazioni di protesta per il mancato percepimento (da 20 a 40 mensilità arretrate) degli stipendi incatenandosi davanti all’ingresso del Papa Giovanni.

Le indagini, avviate nel 2005, nell’anno successivo erano proseguite con il sequestro di documenti da quali la Procura di Paola aveva desunto che tra il 2002 ed il 2005 l’80% delle somme destinate alla gestione della struttura erano state distratte e utilizzate per altri scopi. Ciò aveva creato oltre 6 milioni di disavanzo ed un debito pregresso di 50 milioni già nel 2005. Proprio ieri, il deputato cosentino dell’Udeur Ennio Morrone aveva denunciato pubblicamente il tentativo di un assessore regionale e di un “noto usuraio” (così lo aveva definito Morrone), spalleggiati da un magistrato, di appropriarsi del Papa Giovanni mediante pressioni sull’Arcidiocesi di Cosenza. I finanzieri stanno anche eseguendo il sequestro di un appartamento, un attico definito “di lusso” di proprietà di don Alfredo Luberto e ritenuto provento della attività illecita svolta dal sacerdote nella gestione della casa di riposo per anziani e persone con problemi psichici. Gli illeciti nella gestione dell’istituto sarebbero andati avanti per anni consentendo alle persone coinvolte nell’inchiesta di accumulare consistenti capitali.