Deprecated: Function set_magic_quotes_runtime() is deprecated in /var/www/vhosts/zombi.indivia.net/htdocs/bologna/textpattern/lib/txplib_db.php on line 14
BO-LAND OF THE LIVING DEAD: Torino, preti accusati di pedofilia Uno è economo di un istituto salesiano
Internazionale | Idiozie | Spazi | Preti | Bologna | News Digitali | Foto | Audio | MAPPA | Mail
BO-LAND OF THE LIVING DEAD

pubblicato il Aug 8, 09:38 AM
Torino, preti accusati di pedofilia Uno è economo di un istituto salesiano

Il Valsalice al centro di una inchiesta su presunti abusi sessuali di sacerdoti cattolici
Ai religiosi chiesto denaro in cambio del silenzio. Un giovane arrestato per estorsione
Torino, preti accusati di pedofilia
Uno è economo di un istituto salesiano
Interrogato monsignor Vaudagnotto, stretto collaboratore del cardinale
di SARAH MARTINENGHI e PAOLO GRISERI

Torino, preti accusati di pedofilia
Uno è economo di un istituto salesiano

L’istituto scolastico salesiano Valsalice
TORINO – Ha vissuto per anni di elemosina, prostituzione e ricatti. E chiedeva soldi ai preti in cambio del suo silenzio. L’arresto di Salvatore Costa, torinese di 24 anni, con l’accusa di estorsione nei confronti di monsignor Mario Vaudagnotto (responsabile dell’ufficio liturgico della diocesi presso la chiesa di San Lorenzo), e nei confronti di don Luciano Alloisio, (economo dell’istituto scolastico salesiano Valsalice), è al centro di una nuova inchiesta giudiziaria su presunti abusi sessuali che coinvolge sacerdoti cattolici.

Il giovane arrestato ha raccontato di aver avuto per anni rapporti sessuali con i preti e anche con un terzo parroco della provincia di Torino. Le sue dichiarazioni hanno portato all’iscrizione dell’economo nel registro degli indagati con accuse pesantissime: pedofilia e induzione alla prostituzione di minorenne, aggravata dall’abuso di potere. “Conosco Don Alloisio dal 1997, avevo 15 anni quando abbiamo cominciato ad avere rapporti sessuali. E i nostri incontri sono continuati negli anni, fino a poco tempo fa” accusa Costa.

Il prete, difeso dagli avvocati Fulvio e Nicola Gianaria, nega ogni accusa e ha sporto querela per calunnia nei confronti del giovane: “In questo procedimento noi siamo la parte offesa, vittima di continue estorsioni” hanno spiegato i legali. Gli inquirenti stanno vagliando ora la posizione di padre Vaudagnotto: “Con lui ho avuto rapporti sessuali a cominciare dal 2000, quando avevo 18 anni” ha affermato il ragazzo. “Chiedeva soldi per pagare le bollette, e si è inventato tutto” ha replicato il monsignore.

Quando l’hanno arrestato in flagranza, la prima volta, era l’8 luglio: Costa aveva appena estorto 2000 euro a don Alloisio. Dopo aver sborsato somme di denaro per mesi, oltre 10 mila euro, per non far trapelare nulla, l’economo, in attesa di assumere un altro incarico a Roma, aveva deciso di denunciare ai carabinieri i ricatti subiti da anni. Sono nate così le indagini, e il fascicolo è stato affidato al procuratore aggiunto Pietro Forno, e ai pm Cristina Bianconi e Manuela Pedrotta.

Salvatore Costa è stato intercettato e filmato mentre riceveva e intascava il denaro dal salesiano. Ma quando il ragazzo ha visto i carabinieri si è difeso, e ha rovesciato tutte le accuse nei confronti del prete. Le sue dichiarazioni sono apparse credibili e due giorni dopo i suoi avvocati, Geo Dal Fiume, Roberto De Sensi e Davide De Bartolo, hanno ottenuto la scarcerazione. Ma una volta tornato in libertà Costa ha continuato il giro delle chiese e il gioco dei ricatti. “Voglio 800 euro, altrimenti mi rivolgerò ai giornali e racconterò tutto” diceva ogni volta a Don Alloisio. La procura a quel punto ha chiesto e ottenuto dal gip Emanuela Gai un ordine di custodia cautelare: il primo agosto Costa è tornato in cella.

Interrogato dal giudice, il ragazzo ha ampliato il suo racconto e spiegato la sua verità: “Sono sposato e padre di due bambini, chiedo soldi nelle chiese per tirare avanti, ma ogni tanto faccio qualche lavoretto come idraulico. Devo pagare l’affitto e le bollette, e mi prostituisco con i preti da quando ero minorenne. Ho conosciuto Don Alloisio nel 1997 quando frequentavo la Fondazione Fratelli Dimenticati, in via Longarina 4 a Torino, e proprio in quella sede avevo rapporti sessuali con lui. Mi risulta che lui frequentasse anche altri ragazzi, in particolare romeni che si vendono in via Cavalli”.

La casa del salesiano è stata perquisita e gli inquirenti hanno trovato una serie di strani biglietti, con scritto “Non ho mai avuto rapporti sessuali con Don Alloisio”, oppure “Mi sono inventato tutto”, recanti la firma di Salvatore Costa. Il ragazzo ha spiegato che firmava i biglietti ogni volta che riceveva denaro, come “ricevuta” del suo silenzio. Nel bagno del sacerdote è stata ritrovata un’ingente somma di denaro: il prete l’ha giustificata spiegando che si trattava di denaro dell’istituto Val Salice che lui amministrava economicamente. I soldi non sono stati posti sotto sequestro, ma gli è stato prelevato un computer il cui contenuto è al vaglio degli inquirenti.

(8 agosto 2007)

repubblica


Accuse pesantissime in 30 pagine di confessioni e racconti
I primi incontri quando il ragazzo aveva solo 14 anni
“Padre Luciano, sono senza soldi
e lui mi portò nel suo ufficio”
A due passi tribunale, uno spaccato di storie di sbandati raccolto dai giudici
“Era terrorizzato dall’idea che si sapesse mi faceva firmare dei fogli per farmi tacere”

“Padre Luciano, sono senza soldi
e lui mi portò nel suo ufficio”

TORINO – Storie di ragazzi di strada, quelli che a Torino si incontrano in via Cavalli, via Avigliana, a pochi passi dal tribunale. Storie di sacrestie, di denari tenuti in casa. Addirittura di liberatorie custodite gelosamente alla consegna del denaro, frutto del ricatto e di un passato tutto da chiarire. Più Pasolini, che Boccaccio, più personaggi drammatici che gaudenti nella vicenda che rischia di essere solo all’inizio. Una storia di ricatti e forse di altro.

Nelle carte del processo che coinvolge don Luciano Alloisio e monsignor Mario Vaudagnotto c’è una Torino sotterranea, forse inconfessabile. L’ordinanza del gip, trenta pagine di confessioni e racconti, contiene accuse pesantissime che ora gli inquirenti stanno verificando. Le accuse di Salvatore Costa partono dal 1997 “quando incontrai don Alloisio presso la Fondazione dei Fratelli dimenticati” e che proseguono fino a pochi mesi fa: “Avevo bisogno di soldi, sono sposato e padre di due bambini. Il sacerdote mi aveva promesso un prestito, poi ha cambiato idea e ha deciso di non aiutarmi più. Con don Luciano avevamo avuto, anni fa, incontri sessuali. Una volta mi aveva proposto di andare nel suo ufficio”.

Dopo quelle esperienze era nata l’idea del ricatto: “Lui mi dava dei soldi, quando ne avevo bisogno, ma era terrorizzato dall’idea che quella storia diventasse pubblica. Mi faceva firmare dei fogli e mi diceva: ‘Io non ho mai voluto fare sesso con te’”. L’accusatore è un fiume in piena: “Sapevo che alcuni sacerdoti della città si incontravano con i ragazzi di strada, me lo avevano detto i miei amici che fanno parte di quel mondo”.

Accuse che, in parte, i pm torinesi hanno cominciato a verificare nei giorni scorsi. E che li hanno spinti a denunciare don Alloisio in base all’articolo 600 bis del codice penale, quello che punisce la pedofilia, gli abusi sessuali sui minori e l’induzione alla prostituzione. Con un’aggravante: quella di aver agito facendosi forza del suo ruolo di sacerdote.

Non meno gravi sono le accuse di Salvatore Costa nei confronti di monsignor Vaudagnotto. Scrive il gip che “Costa è colpevole di aver estorto denaro al sacerdote nella chiesa di San Lorenzo per alcune migliaia di euro” ma aggiunge che l’accusatore dice di aver avuto “rapporti sessuali con il sacerdote a partire dall’età di 18 anni”, dunque dal 2000. Accusa che, se fosse verificata, sarebbe meno pesante di quella nei confronti di don Alloisio perché a quell’epoca dei presunti incontri con Vaudagnotto il ragazzo era maggiorenne.

Nell’ordinanza non si fa cenno delle dichiarazioni di Costa che coinvolgerebbero almeno un altro sacerdote piemontese. Ma lo stesso accusatore dovrà essere ascoltato nuovamente per capire se il suo era un caso isolato o se anche altri ragazzi avessero partecipato ai presunti incontri con i sacerdoti. “Nei prossimi giorni prenderemo altri provvedimenti”, assicuravano ieri alla procura torinese facendo intendere che l’inchiesta potrebbe avere importanti sviluppi.
(p. g. e s. mar.)

(8 agosto 2007)