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BO-LAND OF THE LIVING DEAD: I monsignori si divertono coi trans - Imbarazzo in Vaticano
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BO-LAND OF THE LIVING DEAD

pubblicato il Aug 17, 01:20 PM
I monsignori si divertono coi trans - Imbarazzo in Vaticano

I monsignori si devertono coi trans

Il prelato, trovato nella notte di giovedì da una volante a Valle
Giulia, a Roma, lavora per la Segreteria di Stato del Vaticano

Prelato fermato mentre cerca una trans
Prima scappa, poi picchia i poliziotti
La fuga è costata il tamponamento di tre vetture. Gli agenti sono stati medicati in ospedale. L’uomo aveva riposto in auto l’abito talare

ROMA – Si era tolto l’abito talare, l’aveva riposto in macchina ed era in procinto di incontrarsi con una transessuale a Valle Giulia, a Roma. Fermato da alcuni poliziotti per un controllo, ha cercato prima precipitosamente di fuggire, tamponando così tre vetture. Poi, quando i poliziotti sono riusciti a raggiungerlo, li ha aggrediti, tanto che gli agenti si sono dovuti far medicare in ospedale. Il prelato ora dovrà rispondere al magistrato, a cui sono stati inviati ieri gli atti, di oltraggio e resistenza.

L’uomo, che risiede in Vaticano nella Casa di Santa Marta – la residenza che ha ospitato i cardinali per la scorsa elezione del Papa – era nella sua auto, una Ford Focus. La vicenda risale alla notte di giovedì.

Il monsignore è stato fermato da una volante della squadra mobile della capitale. Ad insospettire i poliziotti era stato l’atteggiamento del sacerdote che, forse sorpreso dalla richiesta di controllo, si è spaventato ed è fuggito.

Secondo il rapporto della polizia trasmesso in procura, il monsignore aveva riposto l’abito talare nella vettura. Il sacerdote avrebbe ammesso che era in quella zona, nota a Roma come luogo scelto per la prostituzione maschile e le trans, per incontrare a suo dire “solo maggiorenni e non minorenni”.

IMBARAZZO IN VATICANO PER IL MONSIGNORE FERMATO A VALLE GIULIA. GIALLO SUL COMUNICATO

33403. ROMA-ADISTA. Nottata movimentata per un monsignore della Curia romana che, sorpreso dalla polizia a Valle Giulia (zona storica della prostituzione maschile della Capitale), prima fugge e poi, una volta raggiunto dalla volante, aggredisce gli agenti che lo avevano fermato.
L’episodio risale alla notte fra giovedì e venerdì 11-12 maggio. Una pattuglia in borghese della squadra mobile in servizio a Valle Giulia (un’area fra Villa borghese e l’omonima facoltà di Architettura, nota prima come ‘epicentro’ del ‘68 romano e poi come luogo privilegiato della prostituzione maschile della Capitale) sorprende a bordo della sua automobile il 48enne C. B., monsignore in servizio presso la Segreteria di Stato vaticana e residente nella Casa di Santa Marta (la stessa che ospitò i cardinali durante l’ultimo Conclave); appena gli agenti tentano di fermarlo per i controlli di rito, il prelato – che aveva riposto l’abito talare nella vettura – fugge precipitosamente tamponando tre autovetture e poi, quando i poliziotti lo raggiungono, li aggredisce violentemente, costringendoli a farsi medicare in ospedale. Il monsignore, denunciato alla Procura di Roma per oltraggio e resistenza a pubblici ufficiali, avrebbe ammesso (come riportato da diversi organi di stampa) che si trovava in quella zona per incontrare “solo maggiorenni e non minorenni”.
Appena la notizia è apparsa sui giornali, il 14 maggio (fra gli altri su “la Repubblica”, “Il Corriere della Sera”, “Il Giornale”, “Il Tempo” e “La Padania”) la Sala Stampa vaticana ha emesso il seguente comunicato: “Assunte le necessarie informazioni presso la Segreteria di Stato, questa Sala Stampa è in grado di precisare che le notizie diffuse stamani dai giornali circa un ecclesiastico in servizio in Vaticano sono totalmente prive di fondamento”. “È da prevedere che si adiranno le vie legali contro chi ha contribuito a diffamare il buon nome di detto funzionario”. Poche ore dopo, però, il comunicato viene fatto sparire dal sito internet della Sala Stampa (dove vengono sistematicamente archiviati tutti i comunicati e i documenti ufficiali vaticani). E anche nei corridoi della Curia romana il fronte appare diviso fra “colpevolisti” e “innocentisti”, cioè fra coloro che ritengono che mons. C.B. si trovasse effettivamente di notte a Valle Giulia per un incontro clandestino a luci rosse, e coloro che invece pensano che il loro confratello fosse lì per caso e, temendo che i poliziotti in borghese fossero in realtà dei malintenzionati che intendevano aggredirlo, si fosse spaventato e fosse poi fuggito.