L’agonia del governo Prodi vista da Bologna ha tinte fosche. Ma proprio qui potrebbe accadere qualcosa di interessante.
Il governo Prodi sta sviluppando una politica sociale antipopolare che neppure il più feroce dei governi di destra avrebbe osato perseguire: l’autunno si annuncia con aumenti generalizzati dei prezzi. I salari sono bloccati, la scuola pubblica è nello sfacelo, gli insegnanti aggrediti pubblicamente, il contratto non rinnovato da due anni. La decontribuzione delle ore straordinarie decisa dal centrosinistra equivale ad un attacco all’occupazione giovanile e alla mano libera sull’orario di lavoro. Minacce ai poveri, agli emarginati, ai migranti.
Quanto a lungo durerà l’agonia del governo Prodi? Bisogna continuare a dare ossigeno al governo che persegue una politica forcaiola tutta puntata contro i lavoratori?
Chi ha convocato la manifestazione del 20 ottobre deve rispondere a questa domanda.
Metà di coloro che hanno votato per questo governo oggi non lo rivoterebbe. Dunque cambiate direzione o andate via.
Ma per ora la manifestazione del 20 ottobre non riscalda né il cuore né le menti, e non ci vuol molto a capire perché. Le forze che convocano questa manifestazione sono parte del governo, e finora non hanno avuto il coraggio di far pesare la loro forza.
“Perché i partiti della sinistra ci chiamano in piazza il 20 ottobre se non hanno il coraggio indispensabile della coerenza nella difesa degli interessi dei lavoratori?” chiedono e dicono la maggior parte delle persone, soprattutto dei giovani, e dei precari, che ho sentito parlare dell’argomento.
Il rischio stavolta è quello di una sconfitta dalla quale nessuno si risolleverà.
La FIOM, che ha avuto il coraggio di difendere gli interessi degli operai, rischia di trovarsi isolata, e i partiti della sinistra si troveranno con le spalle al muro, destinati, questa volta, ad una punizione elettorale di tipo francese (fuori dal parlamento, per intenderci, e per sempre).
E’ ancora possibile cambiare direzione?
A Bologna avremo presto la risposta.
L’agonia del governo Prodi si intreccia all’agonia della giunta Cofferati.
Colui che siede a Palazzo d’Accursio ha ormai scelto: i suoi alleati sono i fascisti ed i razzisti.
Eppure questa giunta si regge sull’ambiguo appoggio dei verdi e di rifondazione.
Se davanti all’ultima vigliaccata, la decisione di cancellare una delibera che autorizzava la costruzione di una moschea, rifondazione e i verdi non staccano la spina a questa maggioranza di codardi, allora capiremo tutti che il 20 ottobre è una presa per il culo.
L’abbattimento della giunta razzista di Bologna (la sinistra ha i numeri per farlo) è il segnale che tutti stanno aspettando. Solo allora il 20 ottobre diventerebbe una data interessante.
bifo
istubalz@libero.it