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BO-LAND OF THE LIVING DEAD: Sullo sgombero delle famiglie del lungoreno
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BO-LAND OF THE LIVING DEAD

pubblicato il Oct 20, 10:15 AM
Sullo sgombero delle famiglie del lungoreno

Questa non è una nota dell’unione sindacale o un comunicato degli anarchici, per quelli ci sarà tempo, e saranno altre parole che pochi vorranno ascoltare.
Per ora voglio solo cercare di condividere l’amarezza che ho nel cuore.
Questa mattina sul lungoreno ho visto ammucchiati e distrutti i materiali che costituivano ricovero e protezione per tanti amici, con i quali da tempo ho condiviso speranze e lotte.
Ho visto le loro poche cose sradicate e maciullate da potenti macchine che potrebbero ben essere utilizzate per scopi più civili e meno violenti.
Ed ora, mentre io stò a scrvere cazzate, so bene che loro, quelli che sono scampati dalla galera in cui cofferati li ha rinchiusi, sono alla disperata ricerca di un luogo dove potersi riparare, in questa notte di pioggia e di disperazione.
Per contunuare domani, e non so dove prendano la forza, la loro professione di lavoratori al nero, sempre più sfruttati, sempre più braccati.
Poca cosa a confronto di ciò sarà l’assemblea – presidio di domani, alle 17 e 30 in piazza nettuno.
a domani
leo

NE’ QUI NE’ ALTROVE!

Sono arrivati oggi, di mattina presto, vigili, carabinieri e polizia, per smantellare le baracche del Lungo Reno e liberare Bologna dalla presenza ingombrante di quegli uomini e quelle donne che con la loro clandestinità incrinano la superficie brillante della legalità cittadina. Probabilmente i cantieri edili dove hanno lavorato in nero fino a oggi, per un salario di pochi euro l’ora, hanno finito i loro lavori. Perché funziona anche così, i rastrellamenti cominciano quando il lavoro finisce. Questa è la legalità della legge Bossi-Fini, e questa legalità continua tra le mura del CPT di via Mattei, dove senza dubbio sono già arrivati gli otto rumeni portati via dal Lungo Reno. Ed è ormai chiaro che il CPT di via Mattei è diventato nelle mani della Giunta uno strumento di ordinaria amministrazione delle politiche migratorie della città dell’accoglienza.
Il Coordinamento Migranti Bologna era sul Lungo Reno questa mattina presto, insieme a tutte quelle compagne e quei compagni che in questa città lottano per la libertà dei migranti, affinché lo sgombero non restasse nascosto, una silenziosa operazione di pulizia condotta dalla Giunta cittadina in nome di quella legalità che si chiama legge Bossi-Fini. Per dare voce a quello che è accaduto, vogliamo che il banchetto in piazza Nettuno previsto per domani per promuovere la mobilitazione nazionale contro i centri di permanenza temporanea e la manifestazione del centro nord a Gradisca di sabato 22 ottobre diventi uno spazio aperto di parola per dire con forza NO! alle politiche di questa giunta, agli sgomberi, ai centri di permanenza temporanea e alla legge Bossi-Fini.
Quello che è accaduto a Bologna questa mattina è la quotidianità di migliaia di migranti in ogni parte d’Italia, ed è per questo che la nostra radicale opposizione alla legge Bossi-Fini e a qualunque ipotesi di ritorno alla Turco-Napolitano deve essere presente con forza nel percorso che a livello nazionale, partendo dalla manifestazione a Gradisca di Isonzo e Bari di sabato 22 ottobre, arriverà alla grande manifestazione dei migranti del prossimo 3 dicembre a Roma.
Quello che è accaduto a Bologna questa mattina potrà trovare una risposta forte solo se i migranti e tutto il movimento antirazzista mostreranno in massa la forza politica di un movimento di libertà che non vuole lasciarsi fermare né dalle frontiere né dai confini, né quelli del contratto di soggiorno per lavoro né quelli dei CPT.

L’appuntamento è domani, giovedì 20 ottobre alle ore 17 in piazza Nettuno.

Coordinamento Migranti Bologna e Provincia.


Il risultato dello sgombero ordinato questa mattina da Cofferati

IMMIGRATI BOLOGNA. LUNGORENO, DUE ARRESTI E SETTE AL CPT
ECCO GLI ESITI DEGLI ACCERTAMENTI IN QUESTURA

(DIRE) – BOLOGNA- Gli immigrati rumeni (otto uomini e nove donne) che sono stati sgomberati oggi dalle baracche sul Lungoreno hanno avuto sorti molto diverse. Tutti gli uomini sono stati portati in questura e al termine degli accertamenti uno e’ stato arrestato (era stato oggetto di un precedente decreto di espulsione), cinque sono stati trasferiti al Cpt (centro di permanenza temportanea) e due sono stati lasciati liberi (uno in Italia da pochi giorni e un altro con un decreto di espulsione ma i cui termini non erano ancora scaduti).
Molto diversa anche la sorte delle nove donne. Cinque di queste sono state portate in questura: per una e’ scattato l’arresto, due sono state portate al Cpt, e due sono state lasciate libere. Altre quattro donne (di cui tre con figli) sono invece state fotosegnalate dai carabinieri. Le mamme con figli, a quanto si apprende, sono state lasciate libere.
(Oro/ Dire)