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BO-LAND OF THE LIVING DEAD: Chi sta con Cofferati - un articolo
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BO-LAND OF THE LIVING DEAD

pubblicato il Oct 26, 09:58 AM
Chi sta con Cofferati - un articolo

Sulla Repubblica di ieri 25 ottobre, c’era un bellissimo articolo di Edmondo Berselli sui fatti di Bologna e soprattutto sul consenso, diffuso pare, che sta raccogliendo il nostro sindaco. Su tutto spiccavano a mio parere tre perle che voglio riproporvi.

<<… dice il libraio Romano Montroni, reduce da un fast walking (!?) sulla collina: “imprenditori, borghesia professionale, ceti commerciali sono tutti favorevoli. Se si votasse adesso Cofferati pescherebbe anche nell’area del centro casiniano (ndr. Ammettiamolo casiniano è stupendo!)”>>.
Ora Montroni, di sinistra, aveva il poster del Che in Feltrinelli sotto le due torri. Adesso nemmeno più (…la Feltrinelli). Notate le categorie sociali citate dal Dott. Montroni: imprenditori, borghesia,
professionisti, commercianti… Par di capire che siano questi i ceti decisivi. Quelli cioè che decidono cioè ciò che è bene e ciò che è male. E tutti gli altri?
Che so, i lavoratori migranti clandestini o regolari?
Gli operai della GD? I lavoratori atipici? Quelli che distribuiscono Leggo agli incroci? E dove mettiamo i palombari (categoria che pare stare molto a cuore al sempre acuto Serra)? E gli impiegati del catasto o i pensionati? Non pervenuti.
Appena sotto, la seconda chicca:
<<… a sua volta Gabriella Berardi (?), amica del giro prodiano, una delle “dominae” delle serate bolognesi, rare feste esclusive nella sua casa sui viali, non esita a esprimere soddisfazione: “Finalmente, Cofferati è un uomo intelligente, ha individuato un problema sentito dalla città…”>>.
Ora la Signora, se durante una delle sue esclusivissime feste, si affacciasse ad una finestra della sua augusta dimora, potrebbe facilmente intravedere sul marciapiede di fronte, qualche ragazza
moldava, o addirittura rumena, intenta, magari, d’altra parte “l’omo è gajardo”, a intrattenere per un aperitivo, qualche suo ospite, giusto prima di salire in villa. Ma probabilmente quella ragazza non appartiene alla città a cui fa riferimento la Signora.
Infine, terza ciliegina (poteva forse mancare nella rossa Bologna, un sano riferimento alla Resistenza?):
<<…nella Bologna profonda che… se gettavi a terra un
pezzo di carta c’era subito un ex partigiano che ti rimproverava, “ragazzo, questa è casa nostra”, vede con implicita soddisfazione la severità operativa di Cofferati>>.
Ora, temo, ahimè, che la maggior parte dei pochi ex partigiani rimasti, escano ormai ben poco di casa data l’età, accuditi in salotto, spero dolcemente, dalle loro badanti ucraine dai denti d’oro, ma se lo facessero, se, come mi auguro, ogni tanto uscissero per strada, troverebbero i nostri amati portici
ricolmi non solo di cartacce bensì di ben più deturpanti cacche di ogni forma, dimensione e colore. Per carità sono merde assolutamente politicamente corrette. Lasciate dai cani (di cui ho la massima stima), di onesti imprenditori, borghesi, professionisti e commercianti. Profondi ed esclusivi bolognesi di razza.
Che tristezza ragazzi!
Sulla sicurezza, come su molte altre cose, io, contrariamente a Cofferati, e a tanti altri che conoscono le soluzioni dei problemi, non ho la minima idea di cosa si debba fare. Mi viene in aiuto solo la poesia.
Nella striscia dei Peanuts del 2 febbraio 1970,
Charles Schultz fa dire ad un suo personaggio: ‘Io so solo questo: una cosa che fa piangere una bambina dev’essere una cattiva cosa’.
Io, pensando agli sgomberi del Lungoreno, a questa meravigliosa
affermazione, posso solo aggiungere alla parola “bambina”… donna incinta, neonato, ragazzo, vecchio e perché no,
uomo.