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BO-LAND OF THE LIVING DEAD: La Net TV è fatta dalla gente
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BO-LAND OF THE LIVING DEAD

pubblicato il Nov 25, 02:07 PM
La Net TV è fatta dalla gente

La Net TV è fatta dalla gente
di T. Tessarolo – Prove pratiche di Net TV sono quelle che vengono dal basso, senza DRM. Ecco come ne parlano quelli di Democracy, tra i più interessanti player tv già disponibili
Uno scenario diverso

Roma – La Net TV ha bisogno di progetti concreti per diventare una realtà e diffondersi. Progetti che abbiano come missione quella di facilitare l’accesso ai contenuti video per gli utenti della rete così come di rendere semplice il compito di chi voglia pubblicare contenuti e farli conoscere.

È importante che questa rivoluzione cresca dalla base, fuori dai circuiti mainstream, per dare a questo movimento delle solide radici fondate sulla cooperazione e la diffusione gratuita delle idee. Progetti commerciali come iTunes e Windows Live, o servizi IPTV come quelli di Tiscali, Fastweb o Telecom sono fondamentali per trascinare – nel bene o nel male – l’industria dell’intrattenimento all’interno dei nuovi scenari digitali. Ma la Net TV è fatta dalla gente nel senso più ampio del termine. È la gente che cerca, aggrega e filtra. Ma è la stessa gente che crea, pubblica e condivide.

La Net TV è contemporaneamente globale e fortemente personale, ad alta definizione e mobile, “di flusso” e on-demand. È la democratizzazione dei mezzi di produzione e distribuzione che stanno rendendo possibile tutto questo. Per confrontare le nostre idee sullo sviluppo della Net TV abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Nicholas Reville della Participatory Culture Foundation, creatore del Democracy Player, il più interessante player non mainstream per la Net TV oggi sulla rete.

D: Democracy è gratuito, voi siete una organizzazione no profit. Qual è il vostro “business model”?
R: Per il momento, siamo finanziati da donazioni fatte da singoli individui o da fondazioni. Queste organizzazioni ci supportano perché credono nella nostra missione. Alla fine vorremmo muoverci verso un modello simile a quello della Mozilla Foundation. Mozilla ha saputo trovare delle partnership in grado di supportare i propri utenti e al contempo di generare revenue per la fondazione. Al di là di tutto, la nostra missione e i nostri utenti vengono prima di ogni altra cosa.

D: Avete in programma di integrare il vostro software all’interno di qualche box per consentire alla gente di vedere i contenuti TV direttamente sul televisore?
R: Questo è senza dubbio qualcosa che stiamo considerando, ma al momento non abbiamo nessun piano.

D: Qual è il tipico scenario d’uso che prevedete per il vostro software, in altre parole dove e come gli utenti interagiranno con questo nuovo tipo di TV?
R: Per il momento, ci aspettiamo che la gente incorporerà la Net TV nella vita di tutti i giorni. Un modo di vedere la questione è considerare che solo poche persone hanno televisori ad Alta Definizione, ma ogni persona con un computer è seduta di fronte ad un display ad Alta Definizione. Si può creare una grandiosa “esperienza di visione” su un computer.

D: Come sta andando Democracy con contenuti in lingue differenti da quella inglese?
R: Ci sono sempre più canali dentro la nostra Guida ai Canali che non sono in lingua inglese. Ci aspettiamo che continuino a crescere rapidamente. L’applicazione di per se stessa è già tradotta in più di 30 lingue e siamo in procinto di rendere multilingua anche il nostro sito web. Speriamo di essere una vera piattaforma globale.

D: La vostra “Guida ai Programmi” è fantastica! Un disegno pulito, facile da capire, ricca di contenuti interessanti. Come fate a mantenere la guida aggiornata?
R: La guida è aperta a chiunque voglia inserire un nuovo canale. Abbiamo un team di volontari che verificano ogni canale inserito per essere certi che funzioni al meglio. Quando un canale viene approvato appare nella sezione “Nuovi Canali”. Abbiamo grandi piani per rendere la Guida ai Canali ancora più interessante ed interattiva.

D: Pensate che gli utenti vorrebbero avere dei sistemi più sofisticati per personalizzare i loro “Canali Podcast”? La vostra dinamica basata su Playlist è molto buona, ma cosa pensate ad esempio delle “Smart Playlist”? Gli utenti le usano veramente?
R: Abbiamo recentemente aggiunto i “Search Channels” che cercano tra i canali contenuti rispondenti ad una specifica keyword e creano quindi dinamicamente un canale basato sui risultati. Continua a leggere la notizia in una nuova pagina

D: Cosa ne pensate dei “suggerimenti” o raccomendations? Pensate possa essere possibile tracciare i comportamenti degli utenti per capire e prevedere i loro gusti? Così da trasformare gli statici canali personali in dinamici “canali personali basati sugli Interessi del momento”? R: Quando rilasceremo la nuova Guida ai Canali offriremo molte nuove sofisticate opzioni per votare i canali, ricevere suggerimenti, e condividere ciò che si sta vedendo. Pensiamo che questo potrà aiutare gli utenti a trovare esattamente ciò che gli interessa.

D: All’interno del progetto Democracy viene prodotto anche il “Broadcast Manager” un servizio gratuito che chiunque può installare su di un proprio server per creare un video portale. È un software realizzato veramente molto bene. Perché lo avete realizzato? Non esistono già dei prodotti del genere come alcuni plug-in di WordPress o i servizi di Feedburner?
R: Abbiamo avuto la sensazione che un plug-in di WordPress non sia in grado di poter fare tutto ciò che fa la nostra Brodcast Machine. Ciò nonostante per alcuni tipi di canali, come i Video Blog, i plug-in di WordPress hanno molto senso.

D: Cosa ne pensate del Video Podcasting? Il futuro della distribuzione video sarà basato su questo protocollo? In questi giorni possiamo vedere i Podcast Video su molti differenti device come il PC, l’iPod, la PSP e nel prossimo futuro vedremo il fiorire di device che permetteranno ogni PC di trasmettere in wireless i Video Podcast direttamente sul televisore
R: Stiamo tenendo d’occhio i device portatili. In questo momento la nostra sensazione è che veramente poca gente stia vedendo del video sui device portatili, ma ci aspettiamo che questi numeri cresceranno significativamente nei prossimi anni.

D: Un grande business per i Video Podcasting sarà l’advertising. È uno dei benefici più promettenti per YouTube nell’essere entrata a far parte della famiglia di Google AdSense. Ma questo tipo di business non sembra incastrarsi con il Podcasting, dove gli utenti scaricano e conservano localmente i contenuti video così che, teoricamente, è molto difficile cambiare l’advertising ogni qualvolta un utente guarda un video. Cosa ne pensate? Il vostro meccanismo che fa “morire” periodicamente i contenuti sembra fatto apposta
R: Ci sono alcune modalità per connettere dinamicamente l’advertising a specifici contenuti. Reever ha un sistema del genere. Stiamo anche verificando l’avertising posizionato all’interno degli RSS come il tipo di servizio offerto da Feedburner.

D: Un’altra opportunità di business per i Video Podcast sono i contenuti premium protetti da qualche DRM. Cosa ne pensate? Il Podcasting può essere una vera piattaforma per questa tipologia di contenuti o rimarremo ad usare iTunes o Windows Media?
R: Siamo estremamente scettici sui DRM. Tendono a rovinare l’esperienza degli utenti senza aiutare i creatori del contenuto.

D: Potete darci qualche numero?
R: Lo scorso mese il Player è stato downloadato oltre 120.000 volte. Abbiamo sperimentato una crescita drammatica negli ultimi tre mesi. Attualmente abbiamo oltre 800 canali nella Guida ai Programmi.

Non c’è che dire, viva la Democrazia!