Deprecated: Function set_magic_quotes_runtime() is deprecated in /var/www/vhosts/zombi.indivia.net/htdocs/bologna/textpattern/lib/txplib_db.php on line 14
BO-LAND OF THE LIVING DEAD: Privacy, giro di vite per internet il garante chiede una nuova legge
Internazionale | Idiozie | Spazi | Preti | Bologna | News Digitali | Foto | Audio | MAPPA | Mail
BO-LAND OF THE LIVING DEAD

pubblicato il Nov 26, 11:58 AM
Privacy, giro di vite per internet il garante chiede una nuova legge

Pizzetti dopo il video choc su Google: “Ci vogliono regole internazionali”
Presto saranno sentiti in procura i due dirigenti del motore di ricerca indagati
Privacy, giro di vite per internet
il garante chiede una nuova legge

Privacy, giro di vite per internet
il garante chiede una nuova legge

MILANO – Non limitare la libertà della Rete e, dall’altra parte, assicurare il rispetto della dignità e della privacy dei cittadini: un problema delicato e attuale, dopo il caso del video delle violenze a un ragazzo autistico in una scuola torinese diffuso da Google. “Non solo è necessaria, ma inevitabile una nuova regolamentazione della materia a livello internazionale: con le leggi attuali casi come quelli di Torino non si possono evitare”.

Il presidente del Garante della privacy Francesco Pizzetti si è trovato, nei mesi scorsi, ad avere una fitta corrispondenza con Google in seguito alla segnalazione di una cittadina, che vedeva sul motore di ricerca più cliccato del mondo informazioni vecchie (e quindi fuorvianti) sul suo coinvolgimento in un’indagine penale. Carteggio che ora la procura di Milano ha acquisito agli atti dell’inchiesta sul ruolo del colosso di internet nella vicenda del video finito online a luglio.

Perché, mentre la procura dei minori di Torino ha indagato i quattro studenti coinvolti nella vicenda per violenza privata, i colleghi milanesi hanno iscritto nel registro degli indagati – e presto li convocheranno per interrogarli – i due rappresentanti legali di Google Italia con l’accusa di diffamazione aggravata, ipotizzando che il fatto di non impedire un reato (la diffusione del video incriminato) equivale a provocarlo (come dice il secondo comma dell’articolo 40 del codice penale). “È un tema delicato e di impossibile soluzione, almeno con le leggi attuali”, sottolinea Pizzetti, riprendendo le parole pronunciate venerdì dal ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni che chiedeva un intervento del Parlamento.

Nei mesi scorsi il Garante aveva chiesto spiegazioni a Google su un tema solo apparentemente lontano: come si può garantire sul motore di ricerca il diritto dei cittadini alla riservatezza o almeno all’aggiornamento sui loro dati? “Inizialmente Google Italia aveva spiegato l’impossibilità di intervenire autonomamente sui server, sui quali può operare solo la casa madre negli Usa”, spiega Pizzetti. Una risposta simile era arrivata dai responsabili di Google al pm milanese Francesco Cajani a proposito del video di Torino.

Ed è questo che la procura sta cercando di verificare: se, cioè, non sia possibile per la filiale italiana “filtrare” quello che viene messo in rete. Durante un incontro a Londra tra i vertici del colosso telematico e l’Authority italiana i primi avevano spiegato che, solo dietro segnalazione e solo nei casi di materiale con contenuti pedofili o lesivi dei diritti dei minori, esiste un sistema di cancellazione immediata del dato. Negli altri casi, invece, la società si limita a segnalare la necessità di cancellare i dati ai siti da cui ha tratto le informazioni. “Ma, ovviamente, questa è una soluzione a posteriori – ricorda Pizzetti – che niente ha a che fare con il problema ancora irrisolto dell’immissione dei dati nella Rete”.

(26 novembre 2006)