Ritrovate le memorie di una giovane uccisa in guerra
Furono scoperte per caso da un militare americano
Anna Frank del Vietnam
il diario è già un bestseller
di STEFANIA DI LELLIS
Anna Frank del Vietnam
il diario è già un bestseller
Dang Thuy Tram
LONDRA – L’hanno chiamata l’”Anna Frank del Vietnam”. I suoi diari, ritrovati un anno fa da un militare americano, raccontano le speranze di una vita finita troppo in fretta, nel 1970 a 27 anni, combattendo contro l’odiato nemico yankee. Oggi quelle memorie sono diventate un bestseller, il suo paese natale le ha intitolato un ospedale e organizza addirittura giri turistici sui “suoi” luoghi. E presto saranno tradotti. L’eco della guerra arriva da una soffitta americana. Da un diario trovato in un villaggio in fiamme e poi lasciato in fondo a un baule per decenni. Porta il suono delle bombe sganciate dai soldati Usa sul Vietnam, le urla dei feriti, la rabbia e il coraggio di una dottoressa in prima linea. Dang Thuy Tram, il nome dell’autrice di quelle pagine. Un nome che fino a poco tempo fa non diceva nulla e oggi sta diventando un simbolo della memoria da una parte all’altra del Pacifico.
La donna fu uccisa durante una battaglia nel 1970, a 27 anni. Aveva trascorso i precedenti tre a curare i vietcong. Con loro in trincea. Con loro a maledire gli yankee, ma anche a criticare il partito, a piangere in silenzio, a sperare nella fine di tutto quell’inferno. Il suo diario è tornato alla luce quasi per caso un anno fa. E in Vietnam l’hanno già ribattezzata la Anna Frank nazionale, racconta il domenicale britannico The Observer. Anche se non si era dovuta nascondere, anche se non è morta in un lager. Il libro è diventato un best seller, il suo paese natale le ha intitolato un ospedale, e la provincia di Quang Ngai, dove lei aveva lavorato, organizza addirittura giri turistici sui “suoi” luoghi.
Eppure quegli appunti non sono solo una celebrazione delle glorie rosse. “Ci sono vermi e insetti che divorano l’onore del Partito”, annota Dang Thuy Tram in un passaggio, sfogando la sua insofferenza contro i boss comunisti che avevano rifiutato la richiesta di tesseramento della giovane dottoressa borghese, figlia di un chirurgo e di una professoressa universitaria. “Se non annienteremo tutti quei vermi e quegli insetti, essi distruggeranno il nostro amore per il partito e il nostro credo”.
La prima pagina del diario porta la data dell’8 settembre 1968: “Ho fatto un’operazione di appendicite quasi senza medicinali. Soltanto un po’ di novocaina, ma quel govane soldato non ha pianto né urlato. Ha continuato a sorridere per incoraggiarmi. Guardando quel sorriso tirato sulle sue labbra inaridite, conoscendo il suo dolore, ho sofferto. Molto male, il suo stomaco era infettato, ma non per l’appendicite. Ho provato a cercare la causa per un’ora, ma non sono riuscita a capire. Gli ho accarezzato leggermente i capelli. Gli avrei voluto dire quanto pazienti come lui, che non riesco a curare, mi provochino angoscia. Come la memoria di quelli come lui non svanirà ”.
Accanto alla compassione e alla disperazione, l’ira. Che esplode senza freni contro gli americani quando a cadere in battaglia o a smettere di respirare nell’ospedale improvvisato è un amico. “Come suscita odio tutto questo. Siamo tutti umani, ma alcuni sono così crudeli da voler bagnare il loro albero d’oro con il sangue degli altri. Non c’è mai abbastanza per soddisfare la cupidigia e le folli ambizioni di questi demoni assetati di sangue”. La storia di come il diario di Dang Thuy Tram sia uscito dall’oblio sembra un romanzo. Un ufficiale dell’intelligence Usa l’aveva trovato in Vietnam. Stava per gettarlo in un falò considerandolo un documento non interessante da trasmettere a Washington quando l’interprete lo fermò.
“Fred, non bruciarlo – disse – c’è già abbastanza fuoco in quelle pagine”. Venti anni dopo l’ufficiale e suo fratello decisero di tradurre quel testo e di cercare di rintracciare la famiglia dell’autrice. Ne parlarono a un seminario dell’Archivio vietnamita della Tech Texas University e uno degli ascoltatori si impegnò a ritrovare i parenti della dottoressa. La madre di Dang Thuy Tran impiegò dieci giorni per leggere quelle pagine. Si fermava a piangere a ogni paragrafo. E ora centinaia di migliaia di vietnamiti fanno lo stesso. Presto uscirà la versione inglese del libro. Ma già gli stralci, pubblicati su internet, commuovono anche gli yankee.