Il SO open source prende sempre più piede nella Repubblica Popolare ed acquista sempre più peso sul mercato informatico locale: +27% nel 2005, per un valore complessivo di 11,8 milioni di dollari
Pechino – L’ultima ricerca pubblicata da IDC parla chiaro: Linux, il noto sistema operativo open source, è destinato ad avere un ruolo fondamentale nel futuro della Repubblica Popolare Cinese. Nel solo 2005, il mercato legato a Linux si è allargato del 27%. Il valore complessivo del mercato informatico che si va sviluppando attorno alla creatura di Linus Torvalds, secondo gli analisti, è di 11,8 milioni di dollari e conta su previsioni d’incremento annuo mediamente attorno al 35% fino al 2010.
Questo perché il governo centrale di Pechino ha da tempo abbracciato una precisa strategia informatica volta alla progressiva migrazione open source delle strutture informatiche pubbliche, basate soprattutto su tecnologie IBM e Microsoft.
Negli ultimi anni, ad esempio, sono nate distribuzioni Linux completamente sviluppate in Cina, così come grandi istituti bancari ed altre agenzie statali hanno deciso di optare per soluzioni basate sull’open source.
Persino molti utenti desktop del grande mercato cinese, sul quale tutte le aziende tengono gli occhi puntati, sono destinati a scegliere Linux. Secondo l’analista Nielse Jiang, responsabile asiatico per IDC, “l’offerta di nuove soluzioni desktop basate su Linux è ormai un’opzione più che fattibile”, non solo per il governo, “ma anche per il resto del mercato”.
Al di là delle aziende locali, molti protagonisti del mercato Linux cinese sono occidentali. Novell e RedHat, ad esempio, sono presenti nella Repubblica Popolare ormai da anni e forniscono prodotti a grandi fette dell’enorme sistema statale cinese: finanza, amministrazione e soprattutto telecomunicazioni.
Pechino abbraccia il Linux certificato
Le distribuzioni Linux cinesi saranno certificate da un centro appena varato in Cina dal Free Standards Group, la nota organizzazione che promuove la specifica Linux Standards Base
San Francisco (USA) – Benché provenienti da Occidente, la Cina ha deciso di accogliere senza riserve gli standard Linux promossi dal Free Standards Group (FSG). La nota organizzazione non profit statunitense, da tempo impegnata nello sviluppare e sostenere standard per il software open source, ha infatti inaugurato a Pechino un centro per la certificazione dei prodotti Linux nato sotto l’auspicio dello stesso Governo cinese.
Gestito in cooperazione con il China Electronics Standardization Institute (CESI), il laboratorio avrà il compito di certificare la conformità delle distribuzioni e delle applicazioni Linux cinesi ai requisiti della Linux Standard Base (LSB), una specifica standard che promuove l’interoperabilità fra le varie distribuzioni del Pinguino.
L’FSG, che ha base a San Francisco, ha tenuto a sottolineare come quella di Pechino sia la prima autorità di certificazione di LSB nata al di fuori degli Stati Uniti. Per l’organizzazione americana lo sbarco in Cina è del resto un passo di grande rilievo: questo paese, che ha il più ampio bacino di potenziali utenti di tecnologie a basso costo, è infatti destinato a giocare un ruolo sempre più importante nella promozione e nello sviluppo di Linux e del software open source.
“L’autorizzazione all’uso e alla certificazione dello standard LSB da parte del Governo cinese è un passo importante per mantenere uno standard Linux unificato in tutto il mondo”, ha affermato l’FSG in un comunicato. “Questo non solo dimostra i significativi progressi fatti dall’FSG per estendere l’accettazione di LSB, ma anche la capacità di sostenere e accelerare lo sviluppo di un’industria cinese legata a Linux che aderisce a standard accettati internazionalmente”.
Verso la fine dello scorso anno lo standard Linux promosso dall’FSG, che si compone di linee guida, API (Application Program Interface), librerie, tool di sviluppo e documentazione, ha ricevuto l’importante approvazione dell’ISO/IEC. I suoi promotori sperano che questo riconoscimento possa spingere un crescente numero di aziende del settore, tra le quali già figurano IBM, HP, AMD, Dell, Novell, Sun, Google e alcuni tra i principali distributori di Linux, ad abbracciare LSB. Di questa specifica lo scorso settembre è stata partorita la versione 3.0, che ora supporta tutte le principali piattaforme hardware su cui oggi gira Linux.